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Posta a 12 km NE dalla moderna Tripoli, Mantinea era composta dal sinecismo di 5 piccoli villaggi che, in data incerta, si unirono. La parte più grande della città era concentrata sulla collina Gortsouli (antica Ptolis). Mantinea é famosa per la terribile battaglia svoltasi nel 362 a.C. tra le forze tebane comandate da Epaminonda e una lega di città-stato greche, controllate da Atene e Sparta. La battaglia era finalizzata a frenare la dissoluzione della Lega arcadica, confederazione antispartana controllata da Tebe. Questa battaglia è ricordata come la più grande combattuta da greci contro altri greci. Le forze in campo erano composte da circa 30.000 tebani e loro alleati contro i 20.000 uomini della coalizione ateniese-spartana e loro alleati.

Diotima

La lega arcadica stava per avere la meglio, quando Epaminonda e i suoi luogotenenti vennero uccisi lasciando così incerto l'esito dello scontro. Quando le parti pattuirono la pace, non ci furono né vinti né vincitori, ma sul campo restarono migliaia di soldati di entrambi gli schieramenti arricchendo così la popolazione dell'Ade.

La battaglia in ogni caso determinò l'inizio della fine dell'egemonia tebana.

Già nel 418 a. C. vi si era svolta la battaglia conclusiva della guerra Archidamica, che vide Atene sconfitta dagli spartani.

Nella ricostruzione del 4 secolo a.C. la città fu munita di mura lunghe ca. 4 km, con oltre 100 torri e 9 o 10 porte. Il corso del fiume Ophis fu modificato per offrire una difesa supplementare. Le mura erano fra le migliori fortificazioni della Grecia Classica e si crede possano essere stati progettati dallo stesso ingegnere Tebano che progettò le mura di Messene. La città aveva un Tempio di Hera, una agorà colonnata ed un teatro.

Mantinea fu alleata con Sparta fino a quando si alleò con Atene nella guerra del Peloponneso.
Nel 385 a.C. Sparta distrusse Mantinea e ne disperse gli abitanti. Nel 371 a.C. la città fu ricostruita con nuove mura di fortificazione e fu ripopolata. Nel 370 a.C. Licomede di Mantinea istituì la fondazione della Lega di Arcadica, ma nel 364 abbandonò la lega per formare un'alleanza nuova con Sparta.
Nel 222 a.C. la città si rivoltò al controllo macedone subendone la distruzione. Antigono Dosone ricostruì la città e le cambiò il nome in Antigoneia, nome che mantenne fino al 2 secolo d.C.

Oggi è rimasto ben poco da vedere, ma quel poco vale la pena di visitarlo anche se è lasciato in uno stato di quasi abbandono totale.

Ad ogni modo a me piace ricordarla per fatti più lieti, quale città nativa di Diotima la sacerdotessa esperta dei misteri d’amore e interlocutrice e, in questo caso, istruttrice di Socrate nel famoso "Simposio" discorso in onore di Eros.

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Al primo posto è giusto porre il fondatore della città:Mantineo figlio di Licaone.

Epito, figlio di Ippotoo, osò penetrare nel santuario di Poseidone (questo santuario non aveva porte, ma il passaggio era impedito da un filo orizzontale) il cui accesso non era consentito agli uomini. Epito entrò nel santuario senza saltare sopra il filo e senza passarvi sotto, ma dopo averlo tagliato: compiuto il gesto sacrilego, fu accecato da un flutto d’acqua che lo colpì agli occhi e subito soggiacque al suo destino.

È in questa città che si trovano le tombe delle figlie di Pelia; i Mantineesi raccontano che esse vennero a vivere con loro quando fuggivano l’onta connessa con la morte del padre.