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La collezione dei mosaici

La collezione dei mosaici è costituita da frammenti di superfici pavimentali, più raramente parietali, provenienti, tranne poche eccezioni, da Pompei, Ercolano e Stabia. Essa rispecchia i criteri di raccolta sette-ottocenteschi, che, privilegiando gli interessi antiquari e collezionistici, erano rivolti essenzialmente al recupero degli oggetti “belli” e più rappresentativi, sacrificando, talvolta irrimediabilmente, la conoscenza dell’intero contesto di provenienza. Tale moda, rimasta inalterata per circa un secolo, spiega la presenza in collezione di molti emblemata, cioè di quei quadri figurati quasi sempre policromi, che, inseriti originariamente al centro del pavimento, furono al momento del rinvenimento ritagliati e asportati perché ritenuti la parte migliore dell’intera superficie pavimentale; essi, infatti, diversamente dal resto del pavimento realizzato sul posto con tecnica più semplice, venivano eseguiti in bottega da artigiani specializzati che, con procedimento complesso e raffinato, riuscivano a creare vere e proprie “pitture in pietra” realizzando effetti propri della tecnica pittorica. E’ ipotesi ormai comunemente accettata che i più antichi emblemata dell’età romana databili tra il II e l’inizio del I secolo a.C. - di cui molti sono gli esempi in collezione - siano copia, talvolta fedele, di più antiche pitture greche oggi perdute, di cui resta a noi testimonianza solo attraverso queste più tarde riproduzioni romane.

Nella sala LVIII sono esposti alcuni frammenti di mosaico parietale. L’impiego della tecnica musiva oltre che per i pavimenti anche per le volte e le pareti si diffuse nelle cittadine vesuviane soprattutto nel I secolo d.C. come decorazione di ambienti termali, ninfei, pareti di giardino, colonne. Diversi per tecnica e per funzione sono i tre pannelli esposti in questa sala (invv. 9977, 9979, 109678), originariamente collocati nella parete a scopo decorativo; essi sono realizzati in opus sectile, tecnica caratterizzata dall’accostamento di crustae marmoree di vario colore inserite su un fondo di lavagna. Tale tecnica, diffusa nel mondo ellenistico dall’Oriente, venne introdotta a Roma in età claudio-neroniana (41-68 d.C.), epoca in cui si datano i tre pannelli suddetti.

THE MOSAIC COLLECTION

The mosaic collection is composed of pavements and rarer wall mosaics which come mainly from Pompeii, Herculaneum and Stabiae. It reflects the criteria of eighteenth and nineteenth century collecting which, conditioned by antiquarian interests, was directed towards the recovery of “beautiful” and representative objects, of ten neglecting all information’s regarding their original contexts. Such fashion, lasting for about a century, explains the presence in the collection of abundant emblemata. These are figured panels, almost always polychrome, which were originally inserted in the centre of some pavements and were far more complex than the surrounding mosaic. They were produced in workshops by specialized craftsmen who applied complex and refined techniques to realize what was, in effect, a painting in stone. It is now a generally accepted hypothesis that the earliest Roman emblemata, dating between the second and early first century B.C. (of which our collection contains abundant examples), are often faithful copies of long-lost Greek paintings.

Various fragments of wall-mosaic are on display in room LVIII. Mosaic decoration was often used not oniy for paving but also for walls and vaulted ceilings and was spread throughout the Vesuvian towns during the first century B C.. as a form of decoration for baths, nimphaea, garden walls and columns.
The three panels numbered invv. 9977, 9979, 109678 are to be distinguished from the rest both by their technique and by their function. They were originally positioned on walls and are in opus sectile, a technique characterized by the use of marble pieces or crustae, in various colours, set against a background of slate. Distributed in the eastern Hellenistic world, the technique was introduced to Rome in Claudio-Neronian times (A.D. 41-68). the period to which our three panels may be assigned.

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sala LVII
sala LVII b

Foto di Giorgio Manusakis.