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Antica città della Campania, posta sulle pendici basse del Vesuvio.
Secondo la leggenda, la città fu  fondata da Ercole al ritorno dal suo viaggio in Iberia.
Ercolano in epoche diverse subì varie occupazioni da parte degli Osci, degli Etruschi, dei Sanniti, dei Greci ed infine sotto la guida di Silla, dai Romani che ne fecero uno dei luoghi di villeggiatura. Nel 62 d.C. fu gravemente danneggiata da un terremoto, rapidamente ricostruita, diciassette anni più tardi, fu sepolta, sotto uno strato di lava (eruzione del Vesuvio descritta da Plinio il Giovane), cenere e fango, che ne segnò la distruzione definitiva.
Le rovine di Ercolano furono scoperte solo nel 1706, gli scavi furono iniziati nel 1709 da Emanuele di Lorena, principe d'Elboeuf.
Ripresi da Carlo di Borbone nel 1738, che completarono la messa in luce del teatro, un edificio pubblico e la villa dei Papiri.
Nel 1828 furono messi in luce il peristilio della Casa di Argo, e parte di due isolati. Scavi successivi furono condotti nel 1869 e sistematicamente fino ad oggi nel 1927, di concerto con quelli di Pompei.
Ercolano si estendeva per ca 12 ettari, caratterizzata da un impianto urbanistico regolare, in cui l'architettura risulta distinta essenzialmente in due tipologie abitative: le ville dei nobili romani e le «insulae» a più piani, abitate dagli indigeni, dediti per lo più alla pesca e, in misura piuttosto ridotta, all'artigianato.
Tra le principali abitazioni riportate finora alla luce, le quali hanno fornito testimonianze abbondanti e preziose di antichi oggetti e opere d'arte, la Casa dell'Atrio, la Casa sannitica, la Casa del mosaico di Nettuno e Anfitrite, la Casa del Bicentenario, la Casa dei Cervi e la Villa dei Papiri (appartenuta probabilmente a L. Calpurnio Pisone Cesonino, in cui sono stati rinvenuti numerosi papiri di grande importanza storica e documentaria sono le centinaia di rotoli di papiro ivi rinvenuti, contenenti testi filosofici greci, e le decine di statue in bronzo e marmo riportate alla luce).
Le sculture in marmo e bronzo, pitture, mosaici, vasi e utensili domestici, sono conservati al Museo archeologico di Napoli.