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Museo Archeologico Nazionale Sperlonga
 
Andromeda.
Altra foto
Atena
Atena con elmo corinzio.
Circe.
Statua di Circe.
Statue of Circe.
Foto 2 - 3 - 4
Cupido
Cupido.
Dioniso.
Dioniso.
Testa di donna.
Testa di donna.
Erma del presunto Enea. Età tiberiana - Herm of the supposed Aenea. Tiberian age.
Erma del presunto Enea.
Altra foto
Putto
Putto.
Iscrizione di Faustino
Iscrizione di Faustino
Testa di Ganimede. I sec. d.C. - Head of Ganymed. First century A.D.
Testa di Ganimede.
Statua di Ganimede rapito dall'aquila I sec. d.C. - Sculpture group with eagle abducting Ganymed, First century A.D.
Statua di Ganimede
Foto 2 - 3
Maschera teatrale.
Maschera teatrale.
Oscillum.
Foto 2 - 3
Satirello.
Testa di Sileno.
Testa ritratto.
Venere Genitrice.
Foto 2
Simulacro di Atena troiana.
Foto 2 - 3 - ricostruzione
Testa di Diomede.
ricostruzione
Statua acefala di Ulisse.
Foto 2 - ricostruzione

Museo Archeologico Nazionale Sperlonga
Gruppo del Palladio

Il gruppo raffigura Ulisse e Diomede in fuga dopo aver rapito da Troia il Palladio, la statua di culto, il simulacro di Pallade Atena venerata come divinità tutelare nella sfortunata città. Ulisse è colto nell’atto di estrarre la spada per colpire il compagno che era riuscito ad impossessarsi per primo dell’immagine divina.

Marble group of The stealing of Palladio - Statue of  Palladio (Trojan Athena simulacrum). Tiberian age
Statua del Palladio
Statue of Palladio
(Trojan Athena simulacrum).
Foto 2 - 3 - 4
Testa di Diomede. Età tiberiana tiberiana. Head of Diomedes. Tiberian age
Testa di Diomede.
Head of Diomedes.
Ricostruzione
Statua acefala di Ulisse.
Statua acefala di Ulisse.
Acephalous statue of Ulysses.
Ricostruzione
Statua acefala di Ulisse.
Statua acefala di Ulisse.
Acephalous statue of Ulysses.

Gruppo del c.d. Pasquino.

Il gruppo raffigura probabilmente (ipotesi di Bernard Andreae) Ulisse mentre trascina fuori della mischia il corpo di Achille. Il piede del giovane eroe con la sua innaturale distorsione, mostra la ferita al tendine che ne ha causato la morte. Poiché non esisteva alcun originale greco dell’episodio mitico, gli scultori scelsero come modello il gruppo bronzeo di Menelao e Patroclo, di cui restano numerose copie in marmo romane, tra cui quella detta del “Pasquino” e quella della Loggia dei Lanzi a Firenze. A Sperlonga sono stati ritrovati solamente i frammenti della testa e del braccio sinistro di Ulisse, insieme con le gambe di Achille con il tallone, il cui tendine era stato reciso, poggiato sul terreno.

Frammento delle gambe di Achille.
Fragment of Achilles' legs.
Frammento delle gambe di Achille
Frammento delle gambe di Achille.
Fragment of Achilles' legs.
Frammento delle gambe di Achille
Frammento delle gambe di
Achille.
Fragment of Achilles' legs.
Ricostruzione
Testa di Ulisse. Età tiberiana.- Head of Ulysses' Tiberian age.
Testa di Ulisse elmata.
Head of Ulysses with helmet.
Foto 2 - ricostruzione - grotta

Sala del Polifemo.

In tale stanza è esposta la ricostruzione del gruppo del Polifemo, realizzata con resine epossidiche, proposta dall’archeologo Baldassare Conticello, insieme ai marmi originali, conservatici relativi a tale gruppo.
Circa il soggetto della composizione si era ritenuto, al momento della scoperta dei marmi (ipotesi di Giulio Jacopi), che esso si riferisse alla vicenda del Laocoonte, sacerdote troiano di Apollo, strangolato ed ucciso assieme ai propri figli dai serpenti inviati da Athena protettrice dei Greci che assediavano la città di Troia.
Tale ipotesi veniva avvalorata dal rinvenimento di una iscrizione marmorea, che è stata successivamente collegata al gruppo di Scilla, recante i nomi degli autori dell’opera: Athanodoros figlio di Agesandros, Agesandros figlio di Peonios, Polydoros figlio di Polydoros, di Rodi. Alla loro officina appartiene anche il Laocoonte rinvenuto a Roma nel XVI secolo nelle Terme di Tito e conservato nelle collezioni dei Musei Vaticani.
È ormai concordemente accettato dagli studiosi che il gruppo raffiguri l’episodio omerico dell’accecamento di Polifemo da parte di Ulisse e dei suoi compagni, prigionieri nell’antro del ciclope. Tale gruppo, la cui iconografia ci è nota nelle sue grandi linee da una tarda rielaborazione in un rilievo, forse di sarcofago, conservato a Catania nel Museo del Castello Ursino, rappresenta il momento culminante dell’azione da parte di Ulisse e dei suoi compagni per l’accecamento del Ciclope, mentre questi dorme ebbro per il vino bevuto.
Il gruppo è formato dal Ciclope semisdraiato su una pelle di pecora, immerso in un profondo sonno provocatogli dal vino che uno dei compagni dell’eroe gli aveva abbondantemente versato da un otre di pelle che ancora regge con la mano, mentre intorno a lui sono Ulisse e alcuni compagni con il palo appuntito, pronti a conficcarlo nell’unico occhio di Polifemo.
Due dei compagni sono stati quasi integralmente ricostruiti. Uno è a destra, in atto di indietreggiare impaurito alla vista del Ciclope; nella mano sinistra regge un otre di pelle vuoto, il recipiente che conteneva il vino offerto al gigante, la destra è protesa in avanti in un gesto istintivo di terrore. Un secondo compagno sostiene il palo all’estremità, mentre un altro (non ancora completamente ricostruito) lo sostiene nella parte centrale.
Ulisse è in alto sulla roccia a dirigere l’azione dei compagni. Il corpo dell’eroe è ricostruito quasi integralmente; fortunatamente integra ci è giunta la testa con pilos, di altissima potenza espressiva. I più validi confronti per la determinazione della cronologia del complesso possono porsi con i rilievi dell’altare di Pergamo nei Musei Nazionali di Berlino, databili tra il 166 ed il 156 a.C. Si tratterebbe di un’ottima copia della prima età imperiale da un originale greco della media età ellenistica, ascrivibile alla corrente rodio-pergamena.

The Polyphemus Room.

In this room is exposed the reconstruction of the Polyphemus group achieved with chemical resins, proposed by archeologyst Baldassare Conticello together to the original marbles related to the group. Concerning the composition of which the subject was related (hypothesis of Prof. Giulio Jacopi) at the time of the discovery of the marbles, that it was referred to the Laocoonte event, Apollo’s Troyan priest, strangled and killed together to his own children, by snackes sent by Athena the Greeks protectress, who had under siege the city of Troy.
Such hypothesis have been revalued from the fìnding of one marble inscription, which later have been linked to the Scylla group, bearing the names of the work authors: Athanodoros son of Agesandros, Agesandros son of Peonios, Polydoros son of Polydoros from Rhodes. To theyr workshop belongs as well the Laocoonte, found in Rome in the XVIth century, in the Titus baths and preserved in the Vatican Museums collection.
It is now agreed and accepted by the expert that, the group represents the Homeric blinding episode of Polyphemus from the part of Ulysses and his companions, who were prisoners in the Cyclope cavern. Such group, of which the iconography is partially known from the planning of a late relief, perhaps of a sarcophagus, preserved in the museum of the Ursino Castle in Catania, representing the culminating action of Ulysses and his companions, of the blinding of the Cyclope, whilst he was sleeping lied down and drunk from wine.
The group is formed with the Cyclope lied down over a goat skin and fast sleep caused from the wine which one of the hero’s companions, abundantly poured from a goat wineskin which he is still holding with his hand, whilst around him Ulysses and some companions are holding the sharp pole, ready to drive it in the one only Polyphemus eye.
Two of the companions have been almost entirely reconstructed; one is on the right hand side, on the way to draw back scared at the sight of the Cyclope; in his left hand is holding an empty wineskin, the receptacle which held the wine offered to the giant, the right hand is stretched out forward as an instintive terror gesture. A second companion holds the bottom of the pole, another (not yet completely restored) holds the central part of the pole.
Ulysses stands on the upper part of the rock and conducts the companions action. The body of the hero is almost entirely reconstructed; luckily the head is available intact with pilos of a high potential expression. The most valid comparison for the chronology of the complex determination, may be linked with Pergamo’s altar riliefs, in the National Museums of Berlin, dating between the years 166-156 B.C..
It would consists of an excellent copy of the first Imperial age, out from a Greek original of Hellenistic age, related to the rhodio parchment current.

Gruppo dell'accecamento di Polifemo (Calco)<br />The blinding of Polyphemus group (Mould)
Accecamento di Polifemo (Calco)
The blinding of Polyphemus Mould)
Ulisse. Età tiberiana. - Ulysses' Tiberian age
Ulisse.
Ulysses'
Compagno di Ulisse con l'otre. Età tiberiana. - Ulysses' shipmate with a leather bottle. Tiberian age.
Compagno di Ulisse con
l'otre.
Ulysses' shipmate
Compagno di Ulisse.
Ulysses' shipmate
compagno di Ulisse che sorregge il palo. Età tiberiana.
Compagno di Ulisse
che sorregge il palo.
Frammenti del Ciclope.
Fragments of the Cyclops.
Tazza di Polifemo. Età tiberiana.
Cup of Polyphemus. Tiberian age.
Testa di Ulisse. Età tiberiana.<br />Head of Ulysses' Tiberian age.
Testa di Ulisse. Età tiberiana.
Head of Ulysses' Tiberian age.
Altra foto

Sala di Scilla

In questa sala viene esposta la ricostruzione, incompleta perché ancora in corso di restauro, del gruppo monumentale di Scilla, mitico mostro dal busto umano e dal corpo anguiforme, raffigurato nell'atto di afferrare i compagni di Ulisse da una nave sulla quale doveva originariamente essere posto lo stesso eroe.
L'iconografia del mostro è nota da, numerosissime testimonianze archeologiche.
Esso è sempre raffigurato con il corpo robusto di una giovane donna circondato all'altezza dell'inguine da una corona di protomi canine uscenti dalla parte inferiore del corpo e volte ad afferrare sei compagni di Ulisse dalla nave dell'eroe che gli passava vicino. Esso reggeva nella sinistra un timone, mentre con la mano destra afferrava la calotta cranica del nocchiero della nave.
Il gruppo di Scilla, scolpito in un unico blocco di marmo di m 2,50 x m 2,70, è l'opera più grandiosa mai realizzata su questo tema ed il gruppo più complesso creato nella antichità. Dalla composizione di tale gruppo marmoreo si comprende l'orrendo tributo che Ulisse pagò al mostro con il sacrificio di ben sei compagni.
Nulla, purtroppo si è conservato del busto umano del mostro. Probabilmente la testa è da ritenersi perduta, in quanto rinvenuta in passato e poi scomparsa. Anche la mano sinistra con pezzo del timone portata alla luce nel secolo scorso è andata dispersa. I marmi superstiti sono stati ricomposti dallo scultore Vittorio Moriello sotto la direzione scientifica di Baldassare Conticello. Il restauro ha permesso di ricostruire la parte inferiore di Scilla, quella da cui fuoriescono le protomi canine disposte in modo tale che due si trovino all'attaccatura delle gambe, mentre su ciascun lato altre due sono attaccate all'altezza del troncatere. Le due code pisciformi si sviluppano dai glutei attorcigliandosi in fuori.
Della parte inferiore sono conservate due code pisciformi aderenti alla roccia nella base. All'altezza dell'inguine, in circolo, si disponevano le sei protomi canine Di esse, cinque sono in gran parte conservate, della sesta esiste il frammento di una zampa.
Tali protomi afferravano ognuna i compagni di Ulisse, che cadendo dalla nave assumevano varie posizioni dai ritmi complessi e tortili.
La prima protome canina aggettante dal fianco sinistro di Scilla si protende verso l'unico uomo posto sulla nave, il c.d. nocchiero, aggrappato al diritto di poppa, che passava sul fianco destro di Scilla. Il compagno di Ulisse che conserva ancora nel viso tracce di colore originale, è raffigurato in atto di precipitare, mentre la mano destra del mostro gli afferra la parte superiore della testa.
Una seconda protome canina afferra al petto un altro uomo raffigurato con la testa capovolta in atto di precipitare nel mare. Altre due protomi sono in atto di mordere sulle spalle in un contatto mortale altri due compagni dell'eroe, uno raffigurato di prospetto mentre fuoriesce dall'acqua, l'altro sospeso in aria e sostenuto dalla protome.
Gli altri due compagni di Ulisse sono avviluppati nelle spire pisciformi e contemporaneamente attaccati da altre due teste. Una di queste afferra la testa dell'uomo posto nella spira destra, l'altra afferra la gamba destra dell'uomo avvolto nella spira sinistra.
Accanto a Scilla sul lato destro compare la nave marmorea sulla quale è il nocchiero, un uomo barbato di età matura, vicino al quale originariamente doveva essere posto Ulisse. Tale nave trova confronti con il rilievo navale di Agesandros a Lindo (Rodi), e con la Nike di Samotracia, entrambi attribuiti all'arte rodiese e datati agli inizi del II secolo a.C. La nave sembra appartenere al tipo di nave ellenistica detta triemiolia.
Sulla nave, presso il timoniere compare un'iscrizione con i nomi degli autori dell'opera, quegli stessi artisti a cui si deve il Gruppo del Laocoonte dei Musei Vaticani: Athanodoros, Agesandros e Polydoros, autorevoli rappresentanti della scuola rodia.
Gli studiosi concordano sul fatto che tutti e quattro i gruppi sperlongani provengano da una stessa bottega di scultori in cui venne realizzato il gruppo di Scilla. Baldassare Conticello e Bernard Andreae, autori di un fondamentale studio sull'opera, ritengono che Athanodoros, Agesandros e Polydoros abbiano solo copiato in marmo il gruppo di Scilla il cui originale doveva essere in bronzo ed inquadrabile cronologicamente nella prima meta del II secolo a.C.
Da più autori antichi è, infatti, attestata l'esistenza di un gruppo bronzeo raffigurante Scilla, la cui descrizione coincide con quello di Sperlonga. Esso sarebbe stato prelevato da centri ellenistici e portato a Costantinopoli, dove venne innalzato sulla spina dell'ippodromo. Conticello e Andreae ipotizzano che il centro ellenistico dove era collocato il gruppo di bronzo originario di Scilla, fosse Rodi.
Il significato della Scilla di Sperlonga, così come quello degli altri tre gruppi, doveva essere la presentazione dell'eroe Ulisse nel quale l'imperatore vedeva un esempio di autentica virtù virile, un exemplum virtutis.

The Scylla Group.

In this room is exposed the incomplete reconstruction, since it is still under restauration, the monumental group of Scylla mythic monster with human bust and eel body, represented in the act of catching Ulysses companions from a ship over which originally the hero was supposed to be placed. The Scylla’s group, sculptured in one unique marble block measuring 2,50 x 2,70 metres, is the largest work ever made on this theme and represents the most complex antiquity group ever made. From such marble group composition, it is understandable Ulysses horrible tribute paid to the monster, with the sacrifice of six of his companions.
Regrettably, nothing is preserved from the monster’s human bust. Probably the head is to be considered as lost again. Also the left hand with a part of the ship’s steer, which was brought to light reassembled by sculptor Vittorio Moriello under scientific supervision of Baldassare Conticello. The restauration allowed the reconstruction of Scylla’s lower part, the one where from the dog heads compositions are placed such a way that two of them are to the legs juncture, whilst on each side the other two dog heads are joined at the thigh-bone hight. The two fish tails took development from the glutaeus twisting externally.
From the lower part, are preserved two fish tails adhered to the base of the rock. At the hight of the groin shaped like a crown, the six dog heads were disposed. Of them, five are quite well preserved, of the sixth only one paw fragment exists.
Each of such heads were grabbing Ulysses companions, whilst they were falling out from the ship, they assumed various positions with complex and twisted rhythm.
The first dog head, pushing out from Scylla’s left hip towards the only man, the only placed over the ship, who they called the pilot, clinging to the right hand side of the stern, which was passing on Scylla’s right hip. Ulysses companion which still maintains traces of the original colour over his face, is represented in a falling position, whilst the monster, with his right hand, is grabbing the upper part of the head.
A second dog head grabs at the chest another man represented up side down whilst he is falling into the sea. Other two heads are biting over the shoulders, in a deadly contact, other two hero’s companions, one represented from the front whilst comes out from the water, the other lifted in the air and held by head.
The other two Ulysses companions are wrapped into the fish shaped coils and in the same time attacked by other two heads. One of these heads grabs the head of the man positioned on the right hand coil, the other grabs the man right leg wrapped into the left coil.
Next to Scylla on the right hand side, appears the marble ship over which stands the pilot, a man of a certain age with a beard, close to whom originally Ulysses was supposed to take place. Such ship finds similitude with the naval relief of Hagesandros in Lindo (Rhodes), and with the Nike of Samotracia, both attributed to the Rhodes art dating the beginning of the II century b.c.. The ship appears to belong to the Hellenistic triemiolia type.
Over the ship, next to the steer, appears an inscription with the names of the work authors, the same artists to whom is due the Laocoonte group in the Vatican Museums i.e. Athenodoros, Agesandros an Polydoros, famous representatives of the Rhodes school.
Experts agree on the fact that all four of the Sperlonga Groups, originated from the same sculptors workshop from which the Scylla Group was created. Andreae, Bernard and Conticello, authors of a fundamental study on the work, believe that Athanodoros, Agesandros and Polydoros, have only copied in marble the Scylla Group, of which the original was supposed to be made in bronze and chronogically assigned to the first half of the II century b.c..
From several ancient authors, infact, is attributed the existence of the bronze group representing Scylla, of whom description coincides with the reconstructed Sperlonga group. It would have been taken from Hellenistic centres and brought to Costantinopolis, where it was raised over the hippodrome wall. Conticello and Andreae suppose that the Hellenistic centre where Scylla’s original bronze group was placed, would be Rhodes.
The significance of Sperlonga’s Scylla, as well as that of the other three groups, should have been the presentation of the hero Ulysses, in to which the emperor saw an example of authentic viral virtue, an exemplum virtutis.

Gruppo di Scilla - vista retro.
Gruppo di Scilla - vista retro.
Atena
Gruppo di Scilla - vista fronte
Uno dei compagni di Ulisse
Uno dei compagni di Ulisse
Gruppo di Scilla.
Gruppo di Scilla.
Gruppo di Scilla.
Gruppo di Scilla.
Gruppo di Scilla.
Gruppo di Scilla.
Gruppo di Scilla.
Gruppo di Scilla.
Gruppo di Scilla.
Gruppo di Scilla.
Gruppo di Scilla.
Gruppo di Scilla.
Gruppo di Scilla.

Sulla struttura laterale del timone della nave di Ulisse, è incisa la firma degli ideatori del ciclo scultoreo, gli scultori rodii Athanodoros, Agesandros e Polydoros, che Plinio il Vecchio menziona quali autori del Gruppo del Laocoonte (PLIN., Naturalis historia, XXXVI, 37):
“De consilii sententia fecere summi artifices Hagesander et Polydorus et Athenodorus Rhodii”.
L’iscrizione di Sperlonga dice:
Ἀθαν(ό)δωρος / Ἁγησάνδρ(ο)υ καὶ / Ἀγήσανδροσ / Πα(ιω)νίου / κ(α)ὶ /Π(ο)λύδωρος /Πολυ(δ)ώρου / Ῥόδιο(ι) ἐποίησαν
Athanodoros figlio di Agesandros e Agesandros figlio di Paionios e Polydoros figlio di Polydoros, Rodii, fecero.

Foto di Giorgio Manusakis per miti3000