Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

Secondo la tradizione scitica.

Gli antichi Sciti affermavano di essere il popolo più giovane tra tutti quelli esistenti, e raccontavano così la loro origine:
Il loro paese in origine (la regione compresa tra il Danubio e il Tanai, che coincide con l'attuale Russia meridionale), era desertico, (lo è ancora oggi) vi scorreva il dio fluviale Boristene (antico nome del Dnepr), aveva costui una bella figlia (non conosco il nome), di lei si innamorò il dongiovanni Zeus, che volle farla sua a tutti i costi. Dall'unione nacque Targitao, a questo nacquero i figli Lipoxai, Arpoxai, e Colaxai, il più giovane. Dovete sapere che mentre questi tre giovani governavano la regione, dal cielo caddero: un aratro, un giogo, una scure e una coppa tutti in oro. Lipoxai che per primo li aveva visti, si avvicinò per prenderli, ma l'oro divenne incandescente, e quindi se ne andò. A questo punto, ci provò Arpoxai, anche in questo caso l'oro ebbe la stessa reazione e anche Arpoxai rinunciò all'oro. Infine ci provò Colaxai il quale non ebbe nessun impedimento a prendere gli arnesi e portarseli a casa. Di fronte a tali fatti, i fratelli più anziani capirono che tutto il regno doveva andare al fratello più giovane e si fecero da parte.

Dalla discendenza di Lipoxai si ebbe la stirpe degli sciti Aucati;
dalla discendenza di Arpoxai si ebbero quelli chiamati Catiari e Traspi;
da Colaxai invece discendono quelli chiamati Paralati.
Tutti poi furono chiamati Scoloti dal nome del re (Colaxai, o un altro re: «Scoloto»).
Il nome di Sciti venne loro dato dagli Elleni.

Origine degli Sciti

Secondo la tradizione greca.

Diversa invece la versione degli Elleni che abitano le rive del Ponto Eusino (Mar Nero):
Eracle per compiere una delle sue fatiche (esattamente la decima), che consisteva nel rubare i buoi a Gerione, si recò nell'isola chiamata Erizia posta oltre le colonne d'Ercole.
Mentre si portava via i buoi di Gerione, Eracle giunse in in Scizia, che è ora abitata dagli Sciti, ma che allora era deserta sia come territorio (steppa) sia come abitanti.
Mentre attraversava la regione fu sorpreso da una tempesta, allora per evitare il gelo si avvolse nella sua pelliccia di leone e si addormentò. Nel frattempo i suoi cavalli lasciati liberi al pascolo per volere di un dio sparirono. Al risveglio Eracle incominciò a battere la regione alla ricerca dei cavalli finché giunto nella zona chiamata Ilea (= silvestre), in una grotta si imbatté in un Echidna (= Vipera) che era per metà donna e met&agrae; serpente; questa era così formata: donna dalle natiche in su, e serpente dalle natiche in giù.
A vederla Eracle si stupì e superato il primo istante le chiese se avesse visto dei cavalli errare. Echidna rispose di averli lei, ma che non glieli avrebbe restituiti se prima non fosse giaciuto con lei. A questa condizione, Eracle le si unì (fai a sapere come avrà fatto).
Alla fine Echidna disse a Eracle: «Io ti ho conservato i cavalli che erano venuti qui, e ne ho avuto la ricompensa: perché ho concepito da te tre figli. Ma tu dimmi che devo farne, quando saranno adulti: se devo farli stabilire in questo paese che è sotto il mio dominio, o se devo mandarli da te».
Egli rispose:
«Quando vedrai i tuoi figli in età virile, fa' come ti dico e non sbaglierai. Fa' abitare il paese a colui che tu vedrai tendere l'arco così, e cingersi questa cintura in questo modo; ma allontana dalla contrada chi non riesce nelle prove che impongo. Se farai così ne avrai gioia ed eseguirai la mia volontà».
Quindi tese appunto uno degli archi - fino allora Eracle ne portava due con sé -, le mostrò la cintura, e le consegnò l'arco e la cintura, recante, nella parte superiore del fermaglio, una coppa d'oro. Consegnò e si allontanò. Ella, divenuti adulti i figli che le erano nati, pose nome ad uno Agatirso, al secondo Gelone, al più giovane Scita; e, memore dell'incarico, eseguì gli ordini. Due dei figli che non si dimostrarono all'altezza del compito, Agatirso e Gelone, furono espulsi dalla madre e partirono dal paese; Scita, il più giovane, che lo condusse a termine, vi rimase. Da Scita figlio di Eracle ebbero ordinatamente origine tutti i re degli Sciti; e per quella coppa ancor oggi portano gli Sciti una coppa alla cintura. Ma solamente per intrigo della madre Scita rimase nel paese.
Tratto da (Erodoto, Storie II, 5, 6, 7, 8, 9, 10).