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Kalaureia (oggi Poros, in greco antico: Καλαυρεία) o Calauria (noi continueremo a chiamarla in italiano) è un'isola vicina alla costa di Trezene nel Peloponneso.
L'isola era conosciuta un tempo come Eirene (Εἰρήνη) (Pace), chiaramente in riferimento alla Anfizionia, lega composta dalle città di Ermione, Epidauro, Egina, Atene, Prasie, Nauplia, Orcomeno Miniea (Per Nauplia, però, pagavano il contributo gli Argivi, per i Prasi i Lacedemoni.) (Strabone, Geografia VIII. 6.14.).

(La fondazione dell’anfizionia di Calauria risale probabilmente alla prima metà del VII sec. a.C.).

Calauria, si dice sia stata sacra ad Apollo in tempi antichissimi, quando, cioè, anche Delfi era consacrata a Poseidone. Si racconta anche questo, che cioè i due dei si scambiarono questi luoghi. Così dicono e ricordano un oracolo: «È uguale per te abitare Delo e Calauria / e la sacra Pito e la ventosa Tenaro». Qui, dunque, c’è un venerando santuario di Poseidone (il santuario è stato costruito probabilmente intorno al 520 a.C., le dimensioni del tempio sono 27,4 da 14,4 m. Aveva sei colonne su ciascun lato corto e dodici per ciascun lato lungo.), al quale è consacrata una vergine che resta nel tempio fin quando essa giunga all’età matura per le nozze.

All’interno del recinto si trova anche il monumento funebre di Demostene. (Demostene è il famoso oratore e uomo politico ateniese [384-322 a.C.]. In seguito allo scandalo dell’oro di Arpalo, le cui ricchezze, affidate alla custodia di alcuni cittadini ateniesi, tra cui Demostene, furono ritrovate solo per metà, Demostene fu condannato per appropriazione indebita e imprigionato. Riuscì però a evadere e si rifugiò a Calauria, l’isola presso Trezene (324 a.C.). Tornato ad Atene dopo la morte di Alessandro Magno (323 a.C.), organizzò la riscossa contro i Macedoni, ma con la sconfitta di Crannon (guerra Lamiaca, v. cap. 1 nota 5), ricercato da Antipatro, venne bandito (322 a.C.) dalla città e per la seconda volta fuggì a Calauria. Raggiunto lì dal traditore Archia, prese il veleno e morì (v. 2, 33, 3-5).)
A tal punto il culto di questo dio era forte fra i Greci che anche i Macedoni, il cui potere si estendeva ormai fin là, rispettarono in un certo qual modo il diritto di asilo ed ebbero timore di strappar via i supplici che si rifugiavano a Calauria; Archia, avendo con sé dei soldati, non osò usar violenza neppure a Demostene, sebbene avesse avuto da Antipatro l’ordine di condurgli vivo Demostene e tutti gli altri oratori che fosse riuscito a trovare e che erano parimenti sotto accusa, ma tentò di persuaderli. Non riuscì a persuaderlo, ma Demostene lo prevenì uccidendosi con veleno.

Poseidone a Calauria aveva l'epiteto di Geraistos (Γεραιστός), parola derivante da una lingua pre-ellenica sconosciuta. Stefano di Bisanzio, per i figli di Zeus riporta i seguenti nomi: Geraistos, Tainaros, e Kalauros, che partì da una località non specificata ed approdato in diversi luoghi del Peloponneso.
Geraistos Tainaros e Calauria sono tutti santuari di Poseidone, nelle città di questi ultimi due, uno dei mesi dell'anno è stato nominato Geraistios (le uniche altre poleis con questo nome del mese sono Sparta, Kalymna e Kos).
Si è teorizzato che l'epiteto Geraistios (Γεραίστιος) vale anche per Calauria perché tutti e tre i santuari avevano funzione di Asilo politico.