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In questo articolo prenderemo in considerazione gli elementi principali della cosmogonia dei Maya. Un aspetto fondamentale della mitologia Maya che trova riscontro anche in altre mitologie mesoamericane è che la creazione procede attraverso diverse fasi. Infatti prima viene creato il mondo poi l’uomo ed infine il sole e la luna. In questo senso si esprime il “Popol Vuh “la cosiddetta “Bibbia” dei Maya degli “altipiani” tarda elaborazione della mitologia Maya che riflette la cultura maya-tolteca. Tale cultura si sviluppò dall’incontro in epoca post classica tra gli originari Maya dell’altipiano guatemalteco e i conquistatori toltechi venuti dal Messico. Il libro scritto come dichiara nel preambolo “ormai sotto la legge di Dio” il Cristianesimo tra il 1554 e il 1558 da uno o più autori anonimi in caratteri latini ne sostituisce un altro più antico. A proposito di tale testo più antico viene detto che “non si vede più”. In tale testo più antico vi era tutta la descrizione e la narrazione del modo in cui tutto il cielo e la terra presero forma. La prima parte del “Popolo Vuh” nella relazione pervenutaci parla della creazione del mondo. In essa appaiono evidenti analogie con la Bibbia che fanno fortemente dubitare che riproducano il contenuto originario del libro più antico sembrando piuttosto dovuti all’influsso cristiano sulla nuova compilazione. Il libro in questione inizia affermando che il principio “non appariva la faccia della terra vi erano soltanto il mare in calma e il cielo in tutta la sua estensione……solamente vi era immobilità e silenzio nell’oscurità della notte” Leggendo queste parole non possono non venire in mente le parole del Libro della Genesi dell’Antico Testamento “le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque”. Nel Popol Vuh sta ancora scritto: “soltanto il Creatore, il formatore Teteu Gukumatz e i progenitori erano nell’acqua circondati da chiarore“. Accanto ai due misteriosi personaggi Teteu e Gukumatz che potremmo definire demiurghi il ruolo fondamentale è rivestito dalla figura divina detta Cuore del Cielo. Il Popol Vuh afferma:” il Cuore del Cielo è il nome di Dio”. Il Popol Vuh mette in evidenza la potenza creatrice della parola in parallelo con Genesi capitolo 1 e con il Prologo del Vangelo di Giovanni. Dobbiamo mettere in evidenza che queste somiglianze con la Bibbia mettono in evidenza l’influenza del Cristianesimo sul Popol Vuh. A proposito della seconda frase del processo creativo ossia la creazione dell’uomo viene in evidenza nel Popol Vuh un altro tratto fondamentale ricorrente nelle cosmogonie mesoamericane ovvero quello della pluralità delle creazioni. Tale pluralità delle creazioni è dovuta al fatto che gli dei creano il mondo e l’uomo ma essendo scontenti del risultato imperfetto distruggono la loro opera e la creano nuovamente. Tra i mezzi di distruzione utilizzati dagli dei ricorre il diluvio. Possiamo dire che il diluvio deve essere considerato un ricordo archetipo presente non soltanto nella Bibbia ma come sanno gli studiosi nelle mitologie di numerosi popoli. Nel Popol Vuh è scritto che gli dei creano gli animali ai quali fu detto:” vi moltiplicherete ……parlate ciascuno secondo la vostra specie “. Dobbiamo mettere in evidenza che tali parole del Popol Vuh echeggiano pressoché letteralmente la Bibbia e in particolare il Libro della Genesi. Ma gli dei non erano contenti della loro creazione. Infatti gli animali creati non parlavano e non lodavano il loro creatore sicché egli con il Formatore e i Progenitori essendo ormai vicine l’alba e l’aurora decisero di creare l’uomo. A tale riguardo il Popol Vuh dice riguardo la creazione dell’uomo definito dagli dei:” colui che ci sostenterà e ci nutrirà ……per venire invocati per venire ricordati sulla terra”. I primi uomini formati dal limo erano troppo fragili ed imperfetti cosicché il Creatore e il Formatore disfecero ciò che avevano creato e pensarono di utilizzare il legno per creare nuovi uomini. Forgiarono così nuovi uomini di Pzitè e donne di giunco ma anch’essi non si ricordavano del loro Creatore del loro Formatore né del Cuore del Cielo. Di conseguenza anche questi nuovi uomini e queste nuove donne vennero annientati con un diluvio: il cielo si oscura e cadde giorno e notte una pioggia nera. In seguito a tale diluvio si salvarono quelli che si rifugiarono nei boschi: i loro discendenti sono le scimmie. Gli dei decisero di creare nuovi uomini e nuove donne. Nella sua versione definitiva l’uomo fu formato con il mais e rese grazie della propria creazione ricordandosi del suo Creatore del suo Formatore nonché del Cuore del Cielo. Malgrado tutto il processo creativo non era ancora completo. Infatti ancora non si vedeva né la faccia del sole né della luna né delle stelle ed ancora non era spuntata l’alba. Gli uomini dopo lunghe migrazioni erano stanchi di attendere il sole. Pertanto gli uomini piansero perché non vedevano né contemplavano ancora il sorgere del sole. Tutto a un tratto gli dei crearono il sole cosicché questo si levò nel cielo. Si allietarono gli animali piccoli e grandi e tutti rivolsero lo sguardo là dove sorgeva il sole. Subito la superficie della terra si prosciugò sotto il sole. Era simile ad un uomo il sole quando apparve e la sua faccia ardeva quando prosciugò la superficie della terra. Prima che sorgesse il sole la superficie della terra era umida e limacciosa. Ma il sole si alzò e salì come un uomo. Il sole quando apparve rimase immobile e quindi non era certo il sole che vediamo noi. Su questa primigenia fissità del sole insiste non soltanto il mito dei Maya ma anche l’analogo mito azteco. Dopo la creazione del sole vennero creati anche la luna e le stelle. Secondo il mito cosmogonico dei Maya l’attuale creazione durerà come anche le altre per un lungo ciclo di anni: il calendario Maya non prevede altri anni dopo la fine di questa creazione. Concludiamo tale articolo mettendo in evidenza che molti hanno creduto che ci sarebbe stata la fine del mondo nel 2012 dando una falsa interpretazione proprio del calendario dei Maya poiché a loro dire tale calendario sosteneva la convinzione che nel 2012 si sarebbe verificata proprio la fine del mondo.

Prof. Giovanni Pellegrino