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Museo di Nauplia
Una bella vetrina del museo di Nauplia

Vasi

Inizialmente per mancanza di tempo non ho inserito la denominazione dei vari vasi. Ciò mi ha fatto venire in mente che a molti potrebbe fare piacere individuare coll'esatto nome i vari vasi che potranno ammirare nelle pagine relative ai musei.

Per agevolare gli utenti, segue un elenco descrittivo.

ALABASTRO (ALABASTRON)

Vasetto senza piede per olii e profumi, d'uso quotidiano o nelle cerimonie funebri, originario dell'Egitto, diffuso in Grecia e in Roma.

ANFORA

  • Grosso vaso a due anse, di forma per lo più allungata e notevolmente strozzato all'imboccatura e terminante in una punta o in un piccolo piede per l'infissione nella sabbia o appositi sostegni. In uso specialmente presso gli antichi Greci e Romani, l'anfora veniva fabbricata in terracotta, ed era utilizzata per contenere olii, vini, cereali, cibi in salamoia. Le anfore panatenaiche erano il premio per i vincitori degli omonimi giochi. Decorate a figure nere, recavano su un lato l'immagine della gara vinta e sull'altro la figura di Atena, ed erano riempite di olio del monte Imetto.

  • L'anfora fu anche il nome di una misura di capacità, corrispondente per i Greci a circa 19 litri, e per i Romani a circa 26 litri.
  • Antica unità di misura della capacità di una nave

ARIBALLO

(gr. aryballos derivato forse di aryo= attingere) piccolo vaso di forma globulare con collo stretto ed una sola ansa dotato di un piede piatto; utilizzato dagli atleti o dalle donne come contenitore di profumi e unguenti.

ASCO

Recipiente simile all'otre, spesso di forma animale con beccuccio, oppure adorno di varie decorazioni geometriche o figurate, diffuso nell'antica Grecia e in Italia, fino all'epoca ellenistica.
Dal greco askós= otre.

CANTARO

Grossa coppa di ceramica per bere (costante attributo di Bacco), provvisto di piede e di due grandi anse che sormontano l'orlo.
Dal greco kántharos= coppa.

COTILA o cotile

Ciotola risalente al periodo omerico, usata dagli antichi greci come unità di misura di capacità per aridi.
Dal greco kotyle= coppa.

CRATERE

grande vaso usato nell'antichità classica, dotato di una larga imboccatura, in cui si mescolavano l'acqua con il vino. Per lo più era di forma emisferica, fornito di un piede e di due anse o manici. Solitamente veniva usato dopo il pasto, veniva portato alla mensa da uno schiavo che attingendo con un vaso ad ansa alta, riempiva le coppe (Kylix) di ciascun convitato. Sono giunti fino a noi numerosi esemplari di crateri: in terracotta, in bronzo ed in metalli preziosi, variamente decorati.
Dal greco kratér-êros= grande vaso.

Dino

Cratere di forma globulare, privo di anse, che si posava su un sostegno di terracotta o di metallo, dal greco Déinos (pl.: deinói)

HIDRÍA

o Idria grande recipiente di terracotta o di metallo, usato dagli antichi Greci per tenervi l'acqua. Aveva due anse laterali orizzontali, e una terza piú grande e verticale, dietro, che serviva per versare. Era spesso ornata con figure dipinte od in rilievo. Dal greco hydría, derivato di hydor= acqua.

KYATHOS o cìato

piccolo recipiente (e misura) di cui ci si serviva a mo' di ramaiolo per attingere il vino dai crateri. Dal greco kyathos= coppa.

KYLIX

tazza che nell'antica Grecia era usata per bere. Solitamente il calice è di forma bassa e larga, con anse orizzontali, montato su un piede alto e slanciato.
Trascrizione del greco kyliks-ikos= tazza.

LEBÈTE

presso gli antichi Greci, in origine di bronzo e poi più frequentemente di terracotta,usato per riscaldare e conservare l'acqua per cuocere i cibi, per le abluzioni nei sacrifici. Di forme varie e più o meno ornato, si offriva agli dei, o si dava in premio nei giochi.
Dal greco lébes-etos= caldaia.

LEKYTHOS

nome generico greco di vaso per unguenti (anche per uso funerario), il cui tipo comincia con la maniera protocorinzia del VII sec. a. C.caratteristico per la forma allungata del collo.
Trascrizione del greco lékythos.

LOUTROPHOROS (o lutròfora)

l'anfora dall'alto collo che serviva a portare l'acqua per i bagni rituali.
Dal greco lutrophóros= che porta al bagno, composto di lutrón= bagno' e -phóros -foro.

MASTOS

Recipiente di forma tronco-conica, più largo alla bocca che alla base.
Dal greco mastós=` mammella.

OINOCHOE (o oinokòe)

(dal greco óinochóe, da oînos=vino, e khéo=versare) nella terminologia archeologica, è classificato con questo termine un tipo di vaso greco di metallo o fittili, panciuto di forma slanciata e muniti di beccuccio trilobato e un solo manico verticale, decorati di fregi e di figure eseguiti con grande finezza. Risalgono fino alle età minoica e micenea, e fiorirono particolarmente nella ceramica di Rodi (sec. VII a.C.) come pure nell'età ellenistica e nell'arte etrusca e romana. Erano usati per attingere il vino mescolato con acqua dal cratere e versarlo nelle coppe.

OLPE

brocca per versare e attingere liquidi, con un solo manico e corpo panciuto. Molto simile all'Oinochòe.

Pàtera

Recipiente di forma bassa e rotonda per le libagioni sacrificali.

PELIKE

Tipo di anfora caratterizata da collo tozzo e ventre espanso.

PSICTÈRE

recipiente usato per la conservazione in fresco del vino. Aveva il corpo centrale separato da una intercapedine (che veniva riempita di materiale refrigerante). Costruito in forma di calice o di anfora, apparve nel corso del VI sec. a.C. Ebbe larga diffusione durante il secolo successivo. Dal greco psyktér= rinfrescatore, derivato di psykho= rinfrescare.

PITHOS

orcio di grandi dimensioni usato per conservare l'olio, il vino o il grano.

Psyktér

Piccolo contenitore a forma di trottola, veniva riempito di acqua gelida o neve e introdotto in un cratere serviva per rinfrescare il vino.

RHYTON (o rytòn)

vaso per bere o per libare. In genere era a forma di corno o di testa di animale ed aveva due fori per introdurre e versare il liquido. In Egitto sono stati pervenuti degli esemplari in terracotta, in pietra e in metalli preziosi. Risultano numerosi in Grecia e nell'area romana. Trascrizione del greco rhytón, derivato di rhéo= scorrere.

SCIFO o skyphos

vaso di forma tronco-conica, adoperato a partire dal VI secolo a.C., provvisto di due anse innestate obliquamente all'altezza dell'orlo.
Dal greco skyphos= tazza.

STAMNOS

termine per indicare un tipo di vaso attico dei secc. VI e V a.C., dotato di due anse orizzontali e di forma globulare.

TROZZELLA

Vaso dal ventre rotondo e munito di anse verticali molto alte, ornate da piccoli dischi che ricordano una ruota, tipico della cultura apula.

definizione di gruppo ceramico

LACONICO

vengono chiamati vasi laconici le ceramiche greche prodotte a Sparta, nel Peloponneso, tra i secc. X e VI a.C.

PROTOÀTTICO

vasi protoattici, prodotti ad Atene nel VII sec. a.C. (dopo il periodo geometrico). Decorati con processioni di animali e scene mitologiche in stile orientale. Le figure sono dipinte con vernice nera sul fondo chiaro dell'argilla. Forme caratteristiche: cratere, anfora e skyphos.

PROTOCORINZIO

vasi protocorinzi, piccoli vasi dipinti destinati a contenere essenze e profumi. Prodotti a Corinto nell'VIII-VII sec. a.C. Inizialmente decorati con motivi geometrici. In seguito con elementi orientali (spirali, fiori di loto, scene di caccia ecc.). Le figure erano disegnate con vernici brune. Forme caratteristiche: pissidi, brocchette, alabastri e skyphos.