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Efeso

Situata in Asia Minore, alla foce del fiume Caistro era una antichissima città della Lidia, facente parte alla confederazione delle dodici colonie ioniche.
Secondo la tradizione, fu fondata dalle Amazzoni, passata successivamente sotto il dominio dei Cari, dei Lelegi e, per finire, sotto il dominio di Atene. Come tutte le altre colonie ioniche fu sotto il dominio di Creso dei Macedoni dei Persiani dei Tolomei dei Seleucidi e di Roma che, nel 121 a.C. ne fece la capitale della sua provincia d'Asia. 
Gli scavi archeologici hanno portato alla luce importanti resti di monumenti antichi e cristiani. Fin dall'antichità fu celebre per l'Artemision, santuario in onore di Artemide (Diana Efesina). Il tempio, considerato una delle sette meraviglie del mondo, era stato progettato da Chesifrone di Cnosso, e la costruzione durò parecchi anni. Incendiato da Erostrato la notte stessa in cui nacque Alessandro Magno (21 luglio 356 a. C.), fu riedificato da Dinocrate. Era grande quattro volte il Partenone, ricco di sculture di Prassitele e di pitture di Parrasio e di Apelle. La statua della dea era di legno d'ebano (secondo Plinio) o di cedro (secondo Vitruvio). Fu distrutto una seconda volta dai Goti (metà del III sec. d.C.) e infine del tutto demolito per ordine di Costantino. Sono stati rinvenuti inoltre molti altri edifici di notevole interesse archeologico, tra cui i templi di Serapide (sec. II) e di Adriano, lo stadio (sec. I), il teatro (sec. I-II), la biblioteca di Celso (110-35).

Fra i suoi cittadini più illustri:

  • Callino (VIII-VII sec. a.C.) uno dei massimi poeti elegiaci greci. Una delle sue elegie giunta a noi, incompleta,consiste di 21 versi nei quali esorta la gioventù a combattere contro gli invasori; di Eròstrato, nel 356 a.C., la stessa notte in cui nacque Alessandro Magno, per  rendersi celebre, incendiò il tempio di Artemide in Efeso. Fu per questo condannato a morte dai suoi concittadini;
  • Artemidoro, scrittore del I sec. a.C., autore del trattato: "L'interpretazione dei sogni";
  • Agasia, nome di due scultori attivi alla fine del II sec. a.C. Uno è l'autore del "Gladiatore" (Parigi, Louvre). L'altro è autore del "Guerriero ferito" di Delo (Atene, Museo nazionale);
  • Zenodoto di Efeso, filologo del III sec. a.C., educò i figli di Tolomeo Sotere e diresse la biblioteca di di Tolomeo Filadelfo, ad Alessandria. Pubblicò un'edizione critica dell' "Iliade" e dell'"Odissea";
  • Demetrio,(seconda metà del V sec. a.C.), lavorò e portò a compimento, in collaborazione con Peonio, il tempio di Artemide a Efeso, che, dopo la distruzione del 346 a.C., venne ricostruito dall'architetto Dinocrate, sotto Alessandro Magno;
  • Ermodòro, filosofo vissuto nel sec. V a.C. Viene citato da Eraclito, secondo il quale Ermodoro sarebbe stato esiliato dai suoi concittadini dopo il suo tentativo di governare Efeso. Secondo la tradizione, poi, si sarebbe rifugiato a Roma dove avrebbe collaborato alla stesura delle Dodici Tavole;
  • Eràclito filosofo del VI sec. (Efeso 540 a.C. ca-480 ca). Secondo la tradizione condusse vita solitaria, immerso totalmente negli studi. Fu soprannominato l'«oscuro», per la difficoltà d'interpretazione dei suoi concetti, e anche «il triste» o «il piangente» per il suo pessimismo;
  • Sorano, medico greco vissuto intorno al II secolo d.C. ad Alessandria e a Roma; è considerato il fondatore della moderna ginecologia e dell'ostetricia scientifica;
  • Rufo, medico del I secolo d. C., fu grande studioso di anatomia e scrisse numerosi trattati, di cui ora non restano che pochi frammenti riportati da Galeno, nei quali fissava anche un'ampia nomenclatura rimasta fino ai nostri giorni.
  • Apelle, pittore del IV sec. a.C., il piú celebre dell'antichità. Preferito da Alessandro Magno. Visse a Colofone, Efeso, Coo. Fu autore di molte opere, tra cui una "Afrodite Anadiomene" che Augusto fece pervenire a Roma da Coo. Introdusse il valore tonale nella pittura ottenendo immagini ricche di volume e movimento;
  • Apollonio di Tiana, filosofo neopitagorico (I-II sec. d.C.) fu oggetto di un culto personale: l'imperatore Caracalla gli dedicò un tempietto, inoltre la sua immagine ornava numerosi templi e ad Efeso era venerato come un dio;
  • Ipponatte poeta del VI sec. a.C., autore di giambi dei quali restano pochi frammenti. Probabilmente a causa del crudo carattere dei suoi versi, la tradizione lo rappresenta come un popolano deforme. Della sua poesia restano pochi mutili frammenti, alcuni di acceso realismo, altri di vivace ironia, tutti comunque tali da farci rimpiangere di avere perduto nei secoli la sua opera;
  • Chersìfrone, architetto cretese dal VI sec. a.C. ideatore e costruttore, assieme al figlio Metagene, del famoso tempio di Diana di Efeso (definito una delle sette meraviglie del mondo). Nel 356 a.C. il grandioso monumento fu incendiato da Erostrato.

Fra le opere letterarie più famose:
Le lettere Efesie, formule magiche che venivano incise su amuleti e che servivano a tenere lontane le malattie. Venivano così chiamate perché sarebbero state incise per la prima volta sul piedistallo della statua di Artemide a Efeso.

Le feste più importanti:
le Efesie o efesiache o Artemisie, venivano celebrate in primavera in onore di Artemide. Venivano compiuti sacrifici e si indicevano giochi, danze e concorsi letterari.