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Indice articoli

In greco Akrágas situata presso la costa meridionale della Sicilia, fu fondata dai greci di Gela e di Rodi nel 580 a.C., fiorita sotto il tiranno Terone (488-473 a.C.), al tempo del filosofo Empedocle. venne nel 406 a.C. distrutta dai cartaginesi e in seguito conquistata e saccheggiata dai romani (262 e 210 a.C.). Agrigento è stata abitata fin dalla preistoria, come dimostrano i reperti riferibili all’età del Rame e del Bronzo, ritrovati nelle immediate vicinanze della città, molto interessante è la qualità della ceramica (dipinta in nero su rosso). Alla fine del VII secolo a.C. risalgono i primi resti di influenza greca. La fondazione di “Akragas” ad opera di coloni rodii e gelesi condotti dagli ecisti Aristonoo e Pistilo, segna un’importante tappa nel processo di espansione verso l’interno e lungo la fascia costiera della colonia-madre Gela. Tale fondazione va collocata intorno al 580 a.C., e pone Agrigento fra le ultime colonie greche fondate in Sicilia. Durante il governo del tiranno Falaride (570-555 a.C.) si consolida il primo nucleo urbano, e probabilmente nello stesso periodo viene costruita la cinta delle mura delle quali rimangono lunghi tratti. Nello stesso periodo vengono costruiti alcuni edifici di culto, posti nell’angolo sud-occidentale della collina dei Templi parte del Santuario delle divinità ctonie e altri piccole cappelle. Nella seconda metà del V secolo a.C. ad Agrigento si instaura un regime democratico e la città gode di una relativa tranquillità, fino a che, nel 406 a. C., viene assediata, saccheggiata e incendiata dai Cartaginesi, impegnati nella conquista dei territori della Sicilia occidentale. Dopo un periodo di abbandono, risorse con Timoleonte, vincitore dei Cartaginesi (340 a.C.), considerato suo secondo fondatore. La politica espansionistica, avviata dal tiranno Terone (488-473 a.C.) ebbe grandi risultati con la vittoria di Imera sui Cartaginesi (480 a.C.), estendendo il suo controllo militare sul vastissimo territorio compreso tra la costa meridionale e la costa tirrenica, e delimitato a est dal fiume Salso e a ovest dal fiume Plàtani. La vittoria di Imera accresce lo sviluppo economico della città e promuove una fioritura di manifestazioni artistiche, che trova riscontro nella costruzione quasi contemporanea dei magnifici templi sul limite meridionale della collina. In questo clima visse e operò Empèdocle, filosofo, medico, oratore, noto e
venerato in Grecia, oltre che in Sicilia. Per la sua posizione strategica all’interno del territorio controllato da Cartagine, Agrigento stabilì con questa un'alleanza. Conquistata dai Romani una prima volta nel 262 a.C. e, definitivamente, nel 210 a.C. La decadenza di Roma e l’avvento del Cristianesimo provocano una vistosa contrazione demografica e un impoverimento della città; testimonianze di questo periodo e del successivo bizantino sono situate nell’area della vasta necropoli a sud della collina dei Templi. Intorno al VII secolo d.C. vengono progressivamente abbandonati i quartieri della città antica, mentre i pochi abitanti rimasti si arroccano sul lato della collina di Girgenti. Numerosi sono i templi con i resti del tempio di Zeus Olimpio, di Castore e Polluce, della Concordia, di Asclepio, di Eracle e santuari databili tra il VI e il V secolo a.C., costruiti in tufo arenario conchiglifero di colore giallo. In buono stato di conservazione, è il tempio della Concordia, forse dedicato ai Dioscuri, risale alla metà circa del V secolo a.C., molto simile era il tempio di Giunone Lacinia, leggermente più piccolo, di cui si conservano 25 colonne erette e 9 mutile. Di grandi dimensioni era invece il tempio di Giove Olimpico, iniziato dopo la vittoria di Imera (480 a.C.) e mai compiuto. Nessuna colonna è rimasta in piedi, le rovine danno l’immagine di grandiosa monumentalità. Il tempio di Eracle è il più antico, celebre per la statua bronzea del semidio che Verre tentò di depredare; è adorno di dipinti eseguiti dal famoso pittore greco Zeusi. Numerosi i miti, i filosofi, gli artisti e gli uomini illustri. Guardala con Google maps.