Kairos
Kairos

Tarda personificazione del momento opportuno o del momento propizio. Veniva rappresentato come un giovanetto con le ali ai piedi e a volte anche agli omeri, con un ciuffo di capelli sulla fronte e la nuca rasata, a figurare la difficoltà ad afferrarlo. A Olimpia c’era un altare dedicato a lui.
Secondo Ione di Chio, Kairos è l’ultimo dei figli di Zeus.

KALLÍNIKOS o CALLINICO

(Quello dalla bella vittoria) Epiteto di Eracle, termine molto usato a Olimpia.

KANATHÉ o KANATHOS

o Aghia Monì miracolosa fonte vicino a Nauplia esattamente nella località Aria vicino al monastero di Aghia Monì. Una volta l'anno, la dea Era vi si immergeva per riacquistare la verginità (oggi sarebbe altamente visitata con prenotazioni almeno decennali). A ricordare ciò fino al II secolo d.C. veniva celebrata una cerimonia durante la quale una statua della dea veniva immersa nella fonte e si diceva che così la dea fosse ridiventata vergine e pronta ad una nuova unione segreta con Zeus.

KER

Erano Demoni della Morte, con questo stesso nome veniva chiamata l'anima del defunto. Apportavano grandi sventure

KRATEIA

Periandro, tiranno di Corinto, inizialmente fu ragionevole e mite, ma -il dio mette sempre a dura prova-, in seguito al fatto che vi narrerò, divenne poi un sanguinario: sua madre Krateia, quando era proprio un giovinetto, fu presa da una smodata passione per lui e per qualche tempo saziava il desiderio restando abbracciata al giovinetto; purtroppo, col passare del tempo, la passione diventava sempre più forte e lei non era più in grado di controllare il tormento, allora, fattosi coraggio, macchinò un piano simile a quello di Mirra, e cominciò a dire al figlio che di lui si era innamorata una donna sposata tra le più belle e nobili e che lo invitava a unirsi a lei, prolungando oltre il patimento d'amore.
Periandro dapprima rispose che non avrebbe corrotto una donna legata dalle leggi e dalle consuetudini ma, dato che la madre insisteva tenacemente, finì col cedere e acconsentì. La notte convenuta, Krateia avvertì il figlio di non portare lampade nella stanza da letto e di non costringere la donna a parlare per motivi di discrezione.
Dopo che Periandro promise di fare ogni cosa secondo le istruzioni della madre, Krateia si preparò con cura, entrò nella camera del figlio da cui si congedò furtivamente prima che arrivasse l'alba.
Il giorno seguente Krateia s'informò se il giovane avesse gradito l'incontro e se volesse averne un altro; Periandro rispose che desiderava ardentemente poter ripetere l'esperienza. Da quel momento i due ebbero incontri frequenti che appagavano la passione di Krateia e tormentavano Periandro, desideroso di conoscere la misteriosa donna. Quando Periandro esponeva il suo desiderio alla madre, questa ripeteva al figlio le ragioni che impedivano alla donna di svelarsi, ma egli non riusciva a contentarsi di queste motivazioni e decise di scoprire per suo conto l'identità della donna che da tanto tempo giaceva con lui.
Trasgredendo alle ammonizioni della madre, Periandro fece nascondere un lume, che utilizzò per svelare l'identità della donna non appena questa lo raggiunse nel talamo.
Non appena Periandro distinse la figura di sua madre cercò di ucciderla e, quando gli dei glielo impedirono, perse il senno e uccise molti suoi cittadini. Krateia, invece, pianse il triste destino e si tolse la vita.
Questo mito è stato tralasciato da Partenio di Nicea