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Indice articoli

Elefsina (Eleusi Ελευσισ)

A cura di Giorgio Manusakis

Demetra e Persefone

Eleusi è una cittadina a circa venti chilometri da Atene, sede del sito archeologico comprendente il santuario di Demetra e Kore, ove anticamente venivano celebrati i famosi Misteri Eleusini (guardala con Google maps). Il nome Eleusi sembra derivargli da un eroe di non chiara paternità, ma un'altra ipotesi sostiene che derivi da éleusis, in greco "venuta", facendo riferimento alla venuta di Demetra a Eleusi sotto sembianze mortali dopo il rapimento della figlia Kore. Inizialmente indipendente, nel VII sec.a.C. si alleò con Atene entrando a far parte dello stato Attico.

Fu un'importante centro religioso fino al 381 d.C., quando Teodosio ordinò la chiusura del santuario; in seguito fu distrutta dai barbari e venne abbandonata dalla popolazione nel 396 d.C.. Attualmente Eleusi è una cittadina moderna chiamata Elefsina e, oltre ad avere il bellissimo sito archeologico, è anche un'importante centro industriale.
L'antico centro era situato tra il mare e la base di un colle ed era cinto di mura.
Il santuario di Demetra e Kore è situato ai piedi dell'acropoli ed è preceduto dai grandi propilei, esso fu oggetto di diversi restauri e ampliamenti da parte di Pisistrato, Cimone e Pericle, quest'ultimo diede la versione definitiva del tempio, a pianta quadrata, e fece aggiungere il grande salone, progettato da Ictino.

Successivamente furono aggiunti il portico dorico e, in epoca romana, i piccoli propilei, da cui iniziava la via sacra lungo cui si trova il Plutonion e una grotta che rappresentava l'ingresso dell'Ade.
Il telesterion era il salone dove aveva luogo la cerimonia di iniziazione ed era costituito da otto navate con file di sei colonne; numerose opere d'arte lo decoravano, alcune, come un rilievo di Trittolemo, Demetra e Kore del V sec.a.C., si possono ammirare al Museo Archeologico Nazionale di Atene; altri numerosi rilievi e opere d'arte sono presenti nel piccolo museo presente nel sito archeologico.

Dei Misteri Eleusini si conoscono le funzioni, le processioni e le feste delle fasi preliminari, tutte cerimonie pubbliche, si sa, inoltre, che questo genere di celebrazioni non erano ben viste da tutti, tant'è che il celebre uomo politico ateniese Alcibiade fu accusato di aver partecipato, tra gli altri riti, anche ai Misteri Eleusini, ma di ciò che accadeva durante la vera e propria celebrazione, si hanno poche e incerte notizie.
Difatti ai riti che si celebravano nel Telesterion e che rappresentavano il cuore della cerimonia, potevano partecipare solo gli iniziati e a questi era imposto il più rigoroso segreto; considerato ciò che è stato svelato fino a oggi, non possiamo che complimentarci con loro per come hanno mantenuto il segreto!

Ma entriamo nella parte di nostra più stretta competenza: il mito.
Come abbiamo detto Eleusi è strettamente legata a Demetra e Persefone. Infatti, come ci narra l'inno omerico a Demetra, un bel giorno la sua bellissima figlia Persefone, per la sua giovinezza detta anche Kore, scherzava con le sue amiche per i prati, finché non vide un fiore che mai aveva visto; questo fiore, non a caso, era il narciso che, essendo una pianta a bulbo, passa parte dell'anno sottoterra, destino che avrebbe condiviso con la giovane Persefone; infatti nel momento stesso in cui la Kore colse il fiore, si aprì una voragine dalla quale emerse il dio Ade, che la caricò con forza sul suo carro dorato, trainato da due cavalli immortali e la portò nel suo regno.
(in proposito leggiamo un verso del II° Inno omerico:
mentre con le figlie di Oceano giocava,
fanciulle dal turgido seno, e fiori coglieva:
rose e croco e viole belle e giacinti
sul tenero prato; e il narciso che aveva,
a inganno della bella fanciulla, per voglia di Zeus,
prodotto la Terra indulgente a quel nume
che molti uomini ospita: lucido fiore
meraviglia per tutti a vedersi: così per gli dèi
immortali come per gli uomini effimeri:
cento corolle spuntavano dalla radice
e all'effluvio odoroso godevano il cielo
alto e tutta la terra e le onde marine.

Stupita le mani ella tese per cogliere
quel dolce ornamento: quand'ecco nell'ampia
campagna di Nisa la terra s'aperse e fuori
il signore che molti uomini ospita
ne uscì su cavalle immortali, il dio
dai molti nomi, figlio di Crono; e lei
riluttante rapì:
Per il dio degli inferi, infatti, non sarebbe stato facile convincere la nipote Persefone, di cui si era innamorato, a divenire regina del suo regno e, quindi, a trasferirsi nella sua non proprio simpatica dimora; quindi ideò lo stratagemma del rapimento con nozze riparatrici finali, un piano che poi fece scuola anche tra i mortali. Il capostipite di tutti i rapimenti, secondo la tradizione, ebbe luogo in Sicilia, più precisamente presso il lago di Pergusa, nei pressi di Enna, ma rapitore e rapita sarebbero poi entrati nel regno di Ade sprofondando vicino Siracusa in un luogo dove, da allora, sgorga la sorgente Ciane, la Oscura; gli abitati di Eleusi, invece, sostenevano che Ade fosse emerso nei pressi della loro cittadina e, a sostegno di questa ipotesi, vengono citati miti narrati dagli orfici, precedenti agli inni omerici, in cui si racconta che Demetra, nel cercare l'amata figlia, mentre percorreva il campo di Raro, tra Atene e Eleusi, si imbatté nel contadino Dysaules, la moglie Baubo e i loro figli Trittolemo, Eumolpo e Eubuleo; quest'ultimo era un porcaro e i suoi maiali furono inghiottiti nello stesso precipizio in cui sprofondarono Ade e Persefone e il fratello Trittolemo riferì la cosa a Demetra che lo ricompensò come vedremo più avanti; in merito a questa versione si deve ricordare che nelle celebrazioni dei Misteri Eleusini, gli aspiranti all'iniziazione eseguivano un rito presso la spiaggia del Falero, che prevedeva di buttarsi a mare correndo e insieme a loro dovevano portare in mare un maialino che veniva poi sacrificato. L'inno omerico a Demetra, a sua volta, chiama il luogo del rapimento "la pianura di Nisa", che non è facilmente localizzabile in quanto molti luoghi vengono indicati con questo stesso nome.

Ma, tornando al rapimento della bella Kore, c'è da dire che Zeus, nella sua onnipotenza, non era proprio all'oscuro dei piani del fratello Ade, anzi, pare che fu proprio lui a darla in sposa al dio degli inferi!

Ora, cosa fa una madre a cui improvvisamente scompare una figlia? Piange e le cerca ovunque. Ed è esattamente ciò che fece Demetra la quale, essendo una dea, non si limitò certo a farlo come una madre normale, ma la cercò personalmente volando come un uccello in ogni angolo del mondo per ben nove giorni, ma senza alcun risultato. A questo punto intervenne Helios, l'onniveggente dio del Sole; a lui infatti Demetra si rivolse per sapere dove fosse e chi aveva rapito la sua amata figlia; ed Helios rispose rivelandole tutta la verità e additando Zeus come principale colpevole, cercando infine di convincerla che Ade non era, tutto sommato, un genero indegno, in quanto governava un terzo dell'universo.

Ma quale mamma sarebbe felice di sapere la propria figlia nel regno dei morti, sia pure come regina? Anche Demetra, dunque, comprensibilmente non era affatto contenta, quindi scese sdegnata dall'Olimpo, assunse le sembianze di una innocua vecchietta e iniziò a girovagare tra i mortali, fino a giungere a Eleusi; qui si sedette, piangente, su una pietra accanto al pozzo delle Vergini o Callicoro, dove la videro le quattro figlie del re di Eleusi, Celeo che la invitarono ad andare in casa loro; lì Demetra rifiutò ciò che le venne offerto e si fece preparare una bevanda con orzo, acqua e menta fine, che fu poi chiamata ciceone, questa, con l'aggiunta di miele e formaggio caprino, fu usata dai greci come libagione sacra e dissetante energetico, mentre Nestore nell'Iliade ci fa aggiungere anche un po' di vino di Pramno. In casa del re c'era bisogno di una nutrice per il figlio appena nato, Demofonte, e tale compito fu affidato a Demetra. La dea si impegnò a fondo nel far crescere forte e robusto il bambino e ne avrebbe fatto persino un immortale se la regina, Metanira, non avesse spiato Demetra e l'avesse trovata mentre avvolgeva nel fuoco Demofonte, vedendo ciò Metanira iniziò ad urlare che l'anziana donna volesse ucciderle il figlio, adirando Demetra che riprese la sua forma divina e ordinò che le fosse costruito un tempio in cui si sarebbero dovuti celebrare riti in suo onore che lei stessa avrebbe provveduto ad insegnare loro.

E in quel tempio la dea rimase, continuando a piangere la perdita dell'adorata figlia e nella sua tristezza la madre Terra non fece più germogliare nulla, provocando una grande carestia. Gli uomini morivano di fame e morendo gli uomini sarebbero venute meno anche la venerazione e i sacrifici agli dei, per questo motivo Zeus si vide costretto ad intervenire; dapprima mandò la dea Iris a richiamare Demetra dal suo tempio ad Eleusi e convincerla a tornare sull'Olimpo, ma Demetra non si mosse da lì, quindi Zeus le mandò tutti gli altri dei con i regali più belli che si possano immaginare, ma nessuno di loro riuscì a convincerla a risalire sul sacro monte. Cos'altro poteva fare Zeus? Cercò di convincere il fratello Ade a restituire la bella consorte alla madre e, a tale scopo, inviò Hermes negli Inferi. Stranamente il dio dalla verga d'oro non faticò molto a convincere Ade, anzi, questi lo accolse con un sorriso e gli consegnò Persefone affinché la portasse alla madre. Ma tanta generosità, come spesso accade, nascondeva un trucco: nell'istante stesso in cui Ade liberò Persefone, le porse dietro la schiena, un dolcissimo chicco di melograno, anche noto come il cibo dei morti, la dea sapeva che se lo avesse mangiato non avrebbe fatto più ritorno nel mondo dei vivi, ma lo mangiò egualmente e sulla sua buona fede non ci dilunghiamo rimandandovi alle tante altre pagine del nostro sito e ricordandovi che potete sempre richiede un approfondimento. Persefone, accompagnata da Hermes, raggiunse comunque la madre Demetra in superficie, questa, dopo averla felicemente abbracciata, le chiese se avesse mangiato il cibo dei morti e la figlia fu costretta ad ammettere quanto aveva fatto; ci volle un nuovo intervento di Zeus per mediare definitivamente alla questione, il re dell'Olimpo stabilì, date le circostanze, che Persefone sarebbe rimasta sull'Olimpo con la madre e gli altri dei per nove mesi l'anno, mentre, per i restanti tre avrebbe raggiunto il suo sposo negli Inferi. Questa decisione calmò Demetra e tutto sulla terra riprese a fiorire, ma nei tre mesi in cui Persefone raggiunge il suo sposo, la tristezza si impadronisce nuovamente di Demetra, il mondo si gela e nulla più fiorisce; a ciò dobbiamo l'inverno.

Anche altri miti minori di Eleusi sono legati a quello principale che vi abbiamo appena narrato.
Ovidio nelle Metamorfosi, ci racconta di un giovincello che incautamente scoppiò a ridere vedendo la vecchietta Demetra bere il suo intruglio di polenta; gli dei, si sa, sono piuttosto permalosi e Demetra, inoltre, aveva già i suoi problemi a cui pensare, per cui gli gettò addosso la brodaglia e lo trasformò in un geco giallo, piccolo rettile che vive nelle crepe dei tetti. Ovidio ci narra anche di un'altra trasformazione operata da Demetra, questa volta per vendetta; infatti secondo la sua versione dei fatti, Persefone avrebbe mangiato ben sette chicchi di melograno, che non gli furono offerti da Ade, ma li colse da sola nel frutteto reale, il cui ortolano era un certo Ascalafo, fu questi, secondo Ovidio, che riferì l'accaduto a Ade e per questa spiata fu trasformato da Demetra in un Barbagianni, uccello portatore di malaugurio.

Ma non crediate che Demetra, nella sua comprensibile ira, si sia sfogata con tutti, anzi; come fu implacabile con chi le fu scortese, cosi fu cortese e ricompensò chi era stata gentile con lei e l'aveva aiutata. Tra gli altri Fitalo, il quale la ospitò, ebbe onori eterni per la sua stirpe e per lui Demetra fece crescere il primo fico.
Ma il più conosciuto è sicuramente Trittolemo, il cui nome significa Triplice guerriero. Su quest'ultimo però, le versioni sono diverse tra loro; c'è chi lo identifica con Demofonte, scampato al rogo o dice che ne fosse il fratello maggiore e che Demetra intendesse ricompensare il re Celeo e la moglie per averla accolta, altri invece dicono che fosse figlio del contadino Dysaules e della ridanciana Baubò i quali avrebbero aiutato Demetra nella ricerca di Persefone; di certo Trittolemo fu ricompensato da Demetra, che lo armò di un mannello di spighe, un aratro di legno e un carro trainato da serpenti e gli affidò la missione di insegnare all'umanità intera la coltivazione del grano; mica poco! Resta il dubbio sul perché un pacifico contadino si chiamasse "Triplice guerriero", ma a Eleusi, si sa, i misteri sono di casa!

A seguire alcune piccole informazioni:

Eschilo, il notissimo poeta tragico vi ebbe i natali nel 525 a.C.

Il famoso architetto Ictino, al tempo di Pericle, progettò il Telesterio, sala parzialmente intagliata nella roccia dove venivano celebrati i misteri eleusini.

Durante la Guerra del Peloponneso (431-404) gli Stati in guerra rispettarono il santuario.

I trenta tiranni di Atene si rifugiarono ad Eleusi dove, dopo la restaurazione del regime democratico, furono uccisi nel 401 a.C.

Fu una delle 12 città Attiche ad aderire al Sinecismo costituito da Teseo.

Eleusinie, feste in onore di Demetra e più tardi anche di Dioniso riservate soltanto agli iniziati mistoi. Celebrate ad Eleusi, erano distinte dai misteri eleusini e ricorrevano una volta l'anno le piccole Eleusinie e ogni cinque anni le grandi Eleusinie. In che cosa consistessero e cosa significassero realmente non è ben chiaro e poche sono le testimonianze pervenuteci.

Dell'antica città di Eleusi sono rimaste soltanto alcune rovine, riportate alla luce con gli scavi iniziati nel 1882. I reperti archeologici sono conservati nei musei di Eleusi e di Atene, alcune delle quali visibili nella sezione Musei del nostro sito.